Le armonizzazioni vocali
sono il gioco musicale dei Rusty Bluesy. Le diverse identità dei
componenti fanno del gruppo un vero e proprio laboratorio nel quale
si sperimentano arrangiamenti in chiave personale.
Il blues, che ispira anche
la denominazione del gruppo, si annida in molti spunti sonori, a
volte emerge in modo esplicito, altre volte scruta da lontano brani
di tutt'altra origine storica e geografica. Una parola che può
rappresentare meglio di altre i Rusty Bluesy, è complicità. Non si
tratta solo di affiatamento o di semplice comunione d’intenti: è
qualcosa di più solido e profondo, un ventaglio espressivo di
ammiccamenti e sorrisi, sottili ironie, eleganti giochi di sponde,
inviti a lasciarsi andare, un po’ come il trio castellano vivesse
in permanente luna di miele col blues e i suoi derivati. Riescono a
trasmettere passione con pochi essenziali strumenti e in particolare
grazie ai brillanti intrecci vocali di Luca Consalvi e Daniela Di
Renzo, mentre Claudio Rispoli, da bluesman navigato qual è,
imbastisce trame sapienti con le sue chitarre elettriche lavorando
sempre in piena armonia con la classe che caratterizza il gruppo.
Senza dimenticare (vista l’assenza della batteria) l’apporto
fornito dai primi due alla sezione ritmica e di rifinitura: uno
accompagnandosi alla chitarra acustica, che stuzzica e solletica
continuamente, la seconda alternando sonagli e kazoo. Sono legati
alla tradizione, i Rusty, ma non solo. Amano ripescare classici,
brani misconosciuti o del tutto dimenticati e arrangiarli in chiave
personalissima, con sfumature frutto di tre talenti e percorsi
musicali tanto affini quanto diversi. Hanno il pregio, infatti, di
guardare oltre la Grande Famiglia del blues, adattando alle corde più
intime un repertorio trasversale che abbraccia rock, pop, soul,
reggae, canzone d’autore.
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